Prendiamo la preparazione della sposa: specifichiamo chiaramente che facciamo una sessione di un paio d’ore a casa o in location. Semplice, no?
Eppure capita questo scenario da incubo.
Il caso studio del disastro perfetto
Arriviamo per documentare la preparazione e troviamo tutto già finito. La sposa, presa dall’emozione, non ha avvertito parrucchiere e truccatrice che dovevano aspettare i fotografi (anche se i professionisti lo sanno…).
Risultato? Eccola lì in vestaglia che guarda l’orologio come se dovesse prendere un treno, impalata e imbarazzata come un baccalà, in mezzo alla nuvola di polvere lasciata dai fornitori fuggiti via appena possibile.
Come reagiamo (senza impazzire)
Stile Limonata - La soluzione creativa
No panic! Facciamo qualche scatto in vestaglia, l’abito, il bouquet, qualche posa carina magari di fianco al vestito. Vediamo di portarci a casa dei ritratti, dei particolari, dei ricordi. Poi, se avanza del tempo, ci togliamo dalle scatole e magari andiamo a berci un caffè.
Perché stare in tre a girarci i pollici in una minuscola stanza di hotel senza aria condizionata non è fotografia, è tortura.
Stile Limoncello - L’accettazione zen
Dopo aver terminato di implodere imprecando, e mantenendo un viso sereno e sorridente, scattiamo quello che vediamo e che ci attrae. Se avanza tempo, andiamo magari a berci un caffè (corretto è meglio).
La scheda salvavita (che nessuno legge)
Inviamo a tutte le coppie una scheda dettagliatissima da compilare con tutto quello che ci serve: orari, indirizzi, foto imperdibili, stile musicale per i video.
Eppure… beh, avete letto cosa succede sopra.
Il messaggio finale
Richieste particolari? Parliamone. Qualcosa non accade? Non aspettatevi che ce lo inventiamo. Siamo qui per la vostra storia vera, sempre con ironia e magari con un caffè al volo.
P.S. Se dopo aver letto questo siete ancora convinti che facciamo per voi, allora probabilmente è vero… potrebbe essere vero, per essere realistici 😉
(Acid) Blog

Quando arriva il video? - La domanda da un milione di dollari
